Gaza, spiragli per una tregua. Egitto: “Hamas ha accettato proposta Usa”

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(Adnkronos) – Spiragli per un cessate il fuco nella Striscia di Gaza. Secondo quanto ha affermato oggi il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, “le prime dichiarazioni di Hamas indicano che ha accettato positivamente il piano” Usa per una tregua “e ora aspettiamo la risposta israeliana”. “Ci rivolgiamo ad entrambe le parti affinché accettino le proposte di cessate il fuoco”, ha aggiunto.  

 

Raid israeliani sulla Striscia di Gaza hanno intanto provocato la morte di 22 persone: la denuncia arriva dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, che parla di 12 morti negli attacchi la notte scorsa su Khan Younis e Rafah e dieci vittime di raid sferrati dalle forze israeliane contro i campi profughi di Nuseirat e Bureij, nella parte centrale della Striscia.  

 

Israele ha aperto ieri al piano di Joe Biden per una tregua. Il consigliere per la politica estera di Benjamin Netanyahu, Ophir Falk, conferma che hanno accettato la cornice dell’accordo, anche se “ci sono molti dettagli da risolvere”. “Abbiamo accettato l’accordo, non è un buon accordo ma vogliamo veramente che gli ostaggi vengano tutti rilasciati”, ha detto in un’intervista al Sunday Times. “Le condizioni israeliane”, compreso “il rilascio degli ostaggi e la distruzione di Hamas come organizzazione terroristica”, non sono cambiate.  

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha invitato il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir a un incontro a seguito della sua minaccia di far cadere il governo sulla nuova proposta di accordo sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco. Netanyahu – secondo il quotidiano Israel Hayom, che cita fonti dell’ufficio del premier – intende mostrargli la bozza della proposta che, secondo questa fonte, non contiene una clausola che obblighi Israele a porre fine ai combattimenti. Netanyahu intende dimostrare al ministro che non si tratta di un “accordo irresponsabile”. Ben Gvir e il collega ministro Bezalel Smotrich hanno dichiarato che lasceranno la coalizione se si procederà con l’accordo. Lo riporta il ‘Times of Israel’. 

“Una rete di sicurezza politica” per il governo di Netanyahu è stata offerta poi dal leader dell’opposizione, Yair Lapid, che oggi è tornato a insistere sulla necessità che Israele accetti l’accordo. “Ho offerto di dare a Netanyahu una rete di sicurezza politica per portare a termine l’accordo”, ha dichiarato Lapid durante un’audizione alla Knesset, secondo quanto riporta il Times of Israel. Il leader dell’opposizione ha sottolineato che i due ministri Ben Gvir e Smotrich, contrari all’intesa e che hanno minacciato di far cadere il governo nel caso Netanyahu accetti, “non possono impedire” agli ostaggi di tornare a casa. “Stanno morendo lì – ha proseguito Lapid – Ci sarà tempo per eliminare Sinwar e Deif (due leader di Hamas, ndr), ci sarà tempo per eliminare Hamas, ma non c’è più tempo per gli ostaggi”. “Il governo israeliano oggi dovrebbe inviare una delegazione al Cairo per finalizzare gli ultimi dettagli e riportare a casa gli uomini, le giovani donne, gli anziani e i soldati imprigionati nei tunnel”, ha concluso Lapid. 

 

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha telefonato al Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e al Ministro senza portafoglio israeliano Benny Gantz e ha lodato “la disponibilità di Israele a concludere un accordo e ha affermato che spetta ad Hamas accettare”, sottolineando che l’accordo porterebbe al progresso degli “interessi di sicurezza a lungo termine di Israele”. Ha inoltre ribadito il “ferreo impegno” degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele. 

Gallant, da parte sua ha ribadito a Blinken “l’impegno di Israele a smantellare Hamas come autorità governativa e militare” e ha chiesto di “identificare e consentire la nascita di un governo alternativo a Gaza”. Gallant ha quindi sottolineato che Israele non porrà fine all’offensiva contro Gaza fino a quando non saranno liberati gli ostaggi e non sarà allentata la morsa del gruppo islamista sull’enclave, che controlla dal 2007.  

 

Dolev Yehud, 35 anni, che si riteneva fosse ostaggio di Hamas nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre, è stato dichiarato morto dopo che il suo corpo è stato identificato in Israele. A dichiararlo è stato l’esercito israeliano, citato dal ‘Times of Israel’. Yehud, del kibbutz Nir Oz al confine con Gaza, era un medico volontario del Magen David Adom e di United Hatzala. La mattina del 7 ottobre ha lasciato la sua abitazione per andare a prestare soccorso alle vittime dell’attacco di Hamas, ed è stato ucciso.  

Inizialmente, l’IDF riteneva che Yehud fosse stato rapito, anche se nel corso della guerra non ci sono state indicazioni da Gaza sulla sua presenza nella Striscia. Nuovi test scientifici di identificazione, abbinati alle informazioni sul luogo di ritrovamento dei resti, hanno confermato che un corpo precedentemente non identificato apparteneva a Yehud. Dolev era sposato e aveva quattro figli; sua moglie, Sigal, ha dato alla luce il quarto figlio mentre si pensava fosse tenuto prigioniero. Sua sorella, Arbel Yehud, 28 anni, è ancora prigioniera del gruppo terroristico a Gaza.