(Adnkronos) – Una fonte di Hamas ha riferito che “il movimento ha informato i mediatori che non intende accogliere” la nuova proposta per un accordo consegnata al Cairo nei giorni scorsi da Israele. Lo riporta l’emittente saudita all-news Al-Sharq secondo cui la fonte ha affermato: “Ci rifiutiamo di riprendere i negoziati prima della fine delle operazioni militari”, accusando il premier Benjamin Netanyahu di “usare i negoziati come copertura per continuare i massacri a Gaza”.
Il sito di notizie Axios ha rivelato che Israele ha consegnato ai mediatori – Qatar, Egitto e Stati Uniti – una proposta ufficiale, scritta e aggiornata riguardo un possibile accordo che porti al rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall’attacco 7 ottobre in Israele in cambio del cessate il fuoco.
Ci sarebbero intanto “informazioni concrete” secondo cui ostaggi sono tenuti prigionieri a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, che ha avuto un colloquio telefonico con il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, durante il quale ha “sottolineato l’importanza di operare” a Rafah. Secondo la nota diffusa da parte israeliana, Gallant ha aggiornato Austin sugli “sviluppi nella guerra contro Hamas e per garantire il ritorno dei 125 ostaggi trattenuti a Gaza”.
Austin ha sentito Gallant, ha precisato il portavoce del Pentagono Pat Ryder, per parlare delle “operazioni israeliane a Gaza, della necessità di sostenere un aumento delle consegne di aiuti umanitari e dell’importanza urgente di aprire il valico di Rafah”. Austin ha ribadito l’appello per il rilascio immediato di tutti gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza.
La Jihad Islamica palestinese ha intanto diffuso un nuovo video dell’ostaggio Sasha Trufanov, tenuto prigioniero nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il sito di notizie israeliano Ynet, due giorni dopo il filmato di circa 30 secondi diffuso martedì dalla stessa fazione attiva nella Striscia di Gaza. Trufanov, evidenzia il Times of Israel, fornisce questa volta una prova del fatto che il video è stato girato di recente. Dura circa tre minuti e l’ostaggio, spiega la testata, fa riferimento alla decisione di Israele di ‘spegnere’ al-Jazeera. Lo stop alle trasmissioni della tv satellitare risale al 5 maggio scorso.
Trufanov è stato rapito il 7 ottobre scorso dal kibbutz di Nir Oz insieme alla madre Yelena, alla nonna Tati e alla fidanzata Sapir Cohen. Tutte e tre sono state rilasciate nell’ambito dell’accordo dello scorso novembre. Il padre, Vitaly Trufanov, è invece morto nell’attacco di Hamas in Israele di oltre sette mesi fa.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha fatto sapere attraverso ‘X’ di aver recuperato i corpi senza vita di due paramedici uccisi in seguito al raid aereo israeliano che ha colpito un’ambulanza nella notte nella zona di Tal as-Sultan a ovest di Rafah nel sud della Striscia di Gaza. Le vittime sono i paramedici Haitham Tubasi e Suhail Hassouna.
“Le forze di occupazione israeliane hanno deliberatamente bombardato l’ambulanza nonostante portasse l’emblema della Mezzaluna Rossa protetto a livello internazionale”, ha detto Mezzaluna Rossa palestinese in un post su X.
Il ministero della sanità di Gaza ha definito l’attacco contro l’ambulanza come un ”crimine atroce” che conferma ”l’intenzione dell’esercito israeliano di annientare” il sistema sanitario della Striscia di Gaza.
A Gaza “non è in corso una guerra ma un genocidio”. A ripeterlo è il leader turco Recep Tayyip Erdogan in dichiarazioni da Izmir (Smirne) rilanciate dall’agenzia turca Anadolu. E quanto avvenuto domenica scorsa a Rafah, dopo il raid israeliano e le denunce dei palestinesi di 45 morti tra gli sfollati, è “la fine dell’umanità”, ha detto Erdogan. “Non ci sono giustificazioni per una simile brutalità”, ha aggiunto.
Dal 7 ottobre dello scorso anno, quando sono iniziate le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, dall’enclave palestinese denunciano un bilancio che parla di più di 36.000 morti. In questi mesi Erdogan non ha risparmiato accuse a Israele e al premier Benjamin Netanyahu. “Uccidere più di 36.000 persone e ferirne più di 80.000, bombardare chi aspetta un pacco con aiuti – ha incalzato Erdogan – non è una guerra, ma un genocidio”.
Il leader dell’Unità Nazionale Benny Gantz potrebbe lasciare a giorni il gabinetto di guerra del quale è entrato a far parte dopo l’assalto di Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo sostiene l’emittente israeliana Channel 12 sottolineando i sempre maggiori dissensi tra Gantz e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All’inizio di maggio Gantz ha minacciato di lasciare la coalizione di governo israeliana se Netanyahu non avesse elaborato un piano per il governo postbellico di Gaza entro poche settimane.
La Slovenia ha annunciato intanto che riconoscerà lo Stato palestinese seguendo l’esempio di Irlanda, Norvegia e Spagna. Il governo sloveno ha spiegato di aver sottoposto al voto del Parlamento il testo in cui afferma di voler riconoscere l’esistenza di uno Stato palestinese indipendente e sovrano.
”Sono orgogliosa che il governo sloveno abbia compiuto questo passo storico”, ha detto la ministra degli Esteri slovena Tania Fajon. ”Gli israeliani e i palestinesi hanno il diritto di far crescere i loro figli in pace, sicurezza e prosperità nei rispettivi stati”, ha aggiunto.
Medici Senza Frontiere (Msf) “condanna fermamente” le proposte di legge approvate ieri in lettura preliminare dal Parlamento israeliano, volta a designare l’Unrwa come organizzazione terroristica e a sospendere tutti i rapporti di Israele con l’Agenzia Onu. “La proposta di legge preliminare della Knesset israeliana per designare l’Unrwa come organizzazione terroristica è un attacco oltraggioso all’assistenza umanitaria e un atto di punizione collettiva contro il popolo palestinese – afferma Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, secondo un comunicato dell’organizzazione – Condanniamo fermamente la proposta ed esprimiamo la nostra solidarietà con l’Unrwa, che rappresenta un’ancora di salvezza per milioni di palestinesi ed è essenziale per fornire aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e della regione”.
“Designando come entità terroristica l’agenzia Onu creata per aiutare i rifugiati palestinesi, le autorità israeliane perpetuerebbero una narrazione che diffama ed emargina un’intera popolazione e coloro che forniscono loro assistenza – prosegue – Tutto questo avviene mentre le forze israeliane continuano ad attaccare le aree popolate designate come ‘zone sicure’ causando tantissime vittime civili, continuano a distruggere infrastrutture civili, tra cui gli ospedali, e con il continuo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di persone intrappolate a Gaza”.
“Se la proposta passerà in via definitiva, non solo l’aiuto umanitario continuerà ad essere ostacolato, ma sarà anche criminalizzato ai sensi della legge israeliana antiterrorismo, in contraddizione con il diritto umanitario internazionale – aggiunge Lockyear – Ciò avrebbe conseguenze terribili, poiché potrebbe legittimare gli attacchi alle strutture dell’Unrwa e il suo personale umanitario e metterebbe ulteriormente in pericolo i civili che cercano la protezione dell’Agenzia Onu”.
“Gli operatori umanitari devono sempre essere protetti e i civili risparmiati – conclude – Gli stati alleati di Israele, che sono tutti membri delle Nazioni Unite, devono opporsi a questo tentativo di criminalizzare l’assistenza umanitaria e garantire che l’Unrwa possa continuare il suo lavoro essenziale. I governi devono fare pressione su Israele per fermare lo spargimento di sangue e fornire assistenza a Gaza”.
Un soldato israeliano, il sergente Yedidya Azugi di 21 anni del 101esimo battaglione della Brigata paracadutisti, è stato ucciso mentre combatteva contro Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf). La morte di Azugi fa salire a 292 il bilancio dei soldati israeliani che hanno perso la vita nell’offensiva di terra contro Hamas, come riporta il Jerusalem Post.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di aver abbattuto un missile da crociera ”proveniente da est”, dicitura usata anche in passato per segnalare attacchi provenienti dall’Iraq. Non si registrano danni, né vittime. Il Times of Israel segnala che questa mattina erano suonate le sirene nel Golan meridionale e il sito di Ynet precisa che l’allarme era scattato per un missile da crociera. Al momento non c’è alcuna rivendicazione del lancio da parte di milizie filo iraniane in Iraq.
La polizia israeliana e lo Shin Bet hanno arrestato un uomo di 22 ani legato allo Stato Islamico (Isis) che stava pianificando attentati terroristici in Israele. Lo riporta il Jerusalem Post citando il mandato di arresto emesso dal procuratore distrettuale di Gerusalemme presso l’Alta Corte. Dall’indagine è emerso che l’uomo si era recato in Turchia e nei paesi africani per contattare rappresentanti dell’Isis e organizzare un attentato terroristico.