Siria, jihadisti nel centro di Aleppo: intensi combattimenti con forze Damasco

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(Adnkronos) – La Siria sull’orlo di una nuova guerra. Jihadisti e gruppi armati alleati contro il regime di Bashar al-Assad hanno raggiunto il centro di Aleppo, nel nordovest del Paese, dopo intensi combattimenti con l’esercito di Damasco. Lo riferisce l’agenzia di stampa Anadolu citando proprie fonti. Anche l’emittente al-Jazeera ha confermato l’avanzata dei miliziani. Sui social media sono state diffuse le immagini dell’ingresso degli insorti nel centro della città. 

L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha precisato che ”dopo aver fatto esplodere due autobomba”, i jihadisti sono ”entrati in alcuni quartieri di Aleppo”, ovvero ”Al-Hamdaniya e nuova Aleppo”. 

In una nota, lo Stato Maggiore dell’esercito di Bashar al-Assad fa sapere che le forze militari continuano a respingere la grande offensiva lanciata dai gruppi terroristici armati” su Aleppo, aggiungendo che “sono riusciti a riprendere il controllo di alcune posizioni”, mentre attivisti parlano di ”violenti scontri in corso”. 

Citando proprie fonti siriane, l’emittente Sky News Arabiya afferma inoltre che è atteso l’intervento dell’aeronautica militare russa su Aleppo ”per cambiare l’andamento degli scontri in corso”. 

L’esercito siriano ha accusato i jihadisti e gli alleati dell’opposizione armata contro Assad di utilizzare armi pesanti, droni e combattenti stranieri nello scontro contro i militari. Intanto cittadini di Aleppo contattati dalla Dpa si sono detti ”molto preoccupati”. 

 

Intensi raid di jet siriani e russi hanno colpito la città e la regione di Idlib, ultima roccaforte di ribelli e jihadisti nel nordovest della Siria. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo. “L’Aeronautica russa e siriana hanno condotto 23 raid sulla regione di Idlib”, afferma l’Osservatorio, mentre prosegue l’offensiva lanciata mercoledì dalle fazioni armate, che controllano Idlib, contro aree sotto il controllo delle forze di Damasco, arrivando fino ad Aleppo. 

All’agenzia Dpa attivisti da Idlib hanno confermato combattimenti particolarmente intensi intorno alla città di Saraqeb. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, parla di un totale di almeno 255 morti, compresi 24 civili. 

 

L’Iran conferma il sostegno al leader siriano Bashar al-Assad mentre prosegue l’offensiva nel nordovest della Siria lanciata mercoledì da fazioni armate. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha “ribadito l’impegno dell’Iran a sostenere il governo siriano, il Paese e le forze militari nella lotta contro il terrorismo e per garantire la sicurezza e la stabilità nella regione”, riporta l’agenzia iraniana Tasnim che riferisce di un colloquio telefonico tra Araqchi e il collega siriano Bassam al-Sabbagh incentrato sugli ultimi sviluppi in Siria e in Medio Oriente. 

 

“Una violazione della sovranità della Siria”. Così il Cremlino parla della “situazione nei pressi di Aleppo”, teatro dell’offensiva lanciata mercoledì da fazioni armate. La Russia auspica che l’alleato Bashar al-Assad possa “rapidamente ripristinare l’ordine” ad Aleppo. “Siamo per il rapido ripristino dell’ordine in questa zona da parte delle autorità siriane e per il ripristino dell’ordine costituzionale”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in dichiarazioni rilanciate dai media russi. 

 

E sono almeno 14.000 le persone che sono state costrette a lasciare le proprie case mentre dopo che tre giorni fa le fazioni armate hanno lanciato l’offensiva nel nordovest del Paese arabo sotto lo slogan “Deterrenza all’aggressione”. La situazione nel nordovest peggiora, soprattutto per i civili, ha avvertito David Carden, vice coordinatore regionale delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari in Siria, parlando di oltre 14.000 sfollati in tre giorni. “Abbiamo segnalazioni di bambini con molte ferite a causa degli attacchi”, ha detto alla Dpa. 

Saraqeb “è una città cruciale perché se (le fazioni armate) ne prendessero il controllo, potrebbero controllare l’autostrada che collega Aleppo e Damasco”, osservano gli attivisti. I media ufficiali siriani e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti in Siria, hanno denunciato l’uccisione di almeno quattro studenti universitari e il ferimento di altri due in un attacco delle fazioni armate contro un alloggio per universitari ad Aleppo. Ma si tratta di accuse respinte dai gruppi armati. 

Agli studenti dell’Università di Aleppo è stato chiesto di lasciare il campus e in città le persone vivono confinate nelle proprie case, nel timore di attacchi delle fazioni armate. Secondo Rami Abdel Rahman, a capo dell’Osservatorio, in diversi quartieri vicini alle aree degli scontri – come Nuova Aleppo, al-Furqan e Al-Hamdaniya – si è assistito a un vero e proprio esodo. Un abitante di Aleppo ha raccontato alla Dpa della paura che regna in città. “Sto raccogliendo le mie cose e con la famiglia andiamo verso Damasco”, ha spiegato. 

Fonti dei ribelli e attivisti a Idlib, ultima roccaforte ‘ribelle’, affermano che le fazioni armate sono entrate nel quartiere di al-Rashideen e nel Centro di ricerca scientifica, agli ingressi ovest e sud di Aleppo. Secondo la Dpa, le forze di Damasco, sostenute dagli alleati russi, hanno effettuato da mercoledì mattina più di cento raid aerei su obiettivi delle fazioni armate nelle zone di Idlib e Aleppo, che affermano di aver lanciato l’offensiva come risposta a bombardamenti delle forze di Damasco. Quello in corso viene letto come l’attacco più vasto da parte dei gruppi armati su Aleppo dal 2016 quando vennero allontanati dalle zone orientali della città e dal cessate il fuoco del 2020. La battaglia per Aleppo di otto anni fa è considerata una delle più drammatiche del conflitto esploso in Siria nel 2011 dopo l’inizio di proteste antigovernative finite nella repressione.