(Adnkronos) – I numerosi archivi privati di famiglia delle dimore nobiliari venete costituiscono una fonte importante per la storia del territorio, soprattutto in relazione con la Repubblica di Venezia. Uno dei più significativi del Veneto è quello del Castello di Thiene, che testimonia dall’XI al XX secolo le vicende di quattro illustri famiglie nobiliari venete: i Porto, i Colleoni, i Thiene e i Capra, committenti di Palladio e Veronese. L’Associazione Castello di Thiene Ets, che lavora per la promozione, valorizzazione e divulgazione dell’archivio, si è adoperata per finanziare il convegno Carte di famiglia nella Repubblica di Venezia tra ‘500 e ‘600 che oggi vedrà riuniti storici delle Università di Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trento, oltre al Cnr, che studiano gli archivi privati e in particolare quelli nobiliari durante la prima età moderna.
“Abbiamo riunito storiche e storici di vari dipartimenti universitari – spiega Andrea Savio, docente del dipartimento DissGeA dell‘Università di Padova – per presentare lo status quo archivistico relativo alla vita nobiliare della prima età moderna (‘500-‘600). Una fotografia dell’argomento, che possa essere conosciuta e apprezzata anche da un pubblico più ampio, come ad esempio i rapporti tra nonni e nipoti nella prima età moderna”.
“Ho fortemente voluto questo convegno nella nostra dimora – dichiara Francesca di Thiene, presidente dell’Associazione Castello di Thiene Ets – perché l’archivio rappresenta un’opportunità unica per scoprire le mille sfumature di secoli di storia conservate nei documenti. Ritengo sia importante riuscire a valorizzare ciò che il Castello ancora oggi è in grado di raccontare: cerchiamo di farlo tutti i giorni attraverso l’Associazione e sicuramente i contributi pubblici finora ottenuti ci hanno consentito di investire e proseguire nell’inventariazione e valorizzazione del nostro patrimonio archivistico”.
“Dall’archivio – prosegue – emergono importanti documenti che hanno aiutato gli storici dell’arte a rinominare correttamente due dipinti del Veronese che ritraggono Iseppo da Porto con il figlio Leonida (visibile agli Uffizi) e la moglie Livia con la figlia Deidamia (ora al The Walters Art Museum di Baltimora). Committenti del grande pittore oltre che del Palladio, i Porto intrattenevano rapporti anche con la corte Estense e proprio dalla documentazione emergono alcuni doni che furono scambiati tra i due casati, tutti rigorosamente registrati, quali partite di anguille o galline selvatiche particolarmente pregiate” ricorda Francesca di Thiene che, sulle orme dell’antenata Angelica di Thiene (che nel ‘700 fu coinvolta nelle vicende di ordinamento dell’archivio di allora), si batte per la valorizzazione di questo patrimonio archivistico. Una famiglia di donne molto determinate, dedite alla cultura, quella dei di Thiene.
“Tra i documenti presenti al Castello di Thiene – conclude Francesca di Thiene – sono custodite importanti mappe che oltre a descrivere morfologicamente il territorio, delineano le attività che vi erano insediate, da quelle agricole (con i vati tipi di colture dell’epoca) a quelle produttive (da cui emerge l’ampia filiera per la produzione della seta, con la coltivazione dei gelsi e l’allevamento dei bachi, oltre alla filatura e tessitura)”.
Il patrimonio documentario comprende pergamene, mappe e disegni, lettere, bolle papali e ducali, privilegi imperiali, libri di conti, registri e vari altri materiali, originali e in copia. Dal 2018 l’archivio è stato oggetto di alcuni importanti lavori di ordinamento e inventariazione informatizzata, grazie al coordinamento scientifico della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, che ha reso possibile la pubblicazione on line degli inventari, liberamente accessibili nel “Portale degli archivi della Bertoliana”, un’innovativa piattaforma web realizzata da Regesta.exe.