Razzoli: “Milano Cortina 2026 opportunità clamorosa per promuovere lo sport”

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(Adnkronos) – Quell’oro olimpico a Vancouver 2010 risveglia le emozioni. “Ricordo tutto, a cominciare dall’unica prova in pista del giorno prima. Mi bastò un giro, le sensazioni furono perfette”. Giuliano Razzoli, oro olimpico in Canada quindici anni fa nello slalom speciale, risponde all’Adnkronos per sfogliare l’album dei ricordi. “Il pensiero fu ‘Ci siamo’, sprecare altre energie sarebbe stato inutile. Ero concentrato e sicuro di me”. 

Ha vissuto più volte la magia delle Olimpiadi e oggi inizia il countdown ufficiale verso Milano Cortina 2026. Tra un anno non sarà in pista, ma cosa può dare all’Italia una manifestazione così?
 

“Parliamo di un evento enorme, tra i più importanti al mondo. Averle in casa, è un’opportunità clamorosa. Lo sguardo deve essere però più ampio. Non dobbiamo pensare solo che in quei pochi giorni verranno a sfidarsi in Italia i migliori al mondo, ma andare oltre e far capire quanto possa essere importante lo sport per la crescita dei nostri giovani”. 

Negli ultimi mesi il grande exploit del tennis, trascinato da campioni italiani e grandi eventi sul territorio. Con le Olimpiadi si può pensare a un riflesso simile per gli sport invernali?
 

“Può esserci un bel traino, chiaro. Anche se dobbiamo dire che gli sport invernali sono molto praticati in Italia, lo vediamo dal pienone degli impianti in questo periodo. Avere le Olimpiadi in casa nostra può aiutarci ancora di più ad apprezzare certe discipline. In questo, si dovrebbe partire dalle basi. Il valore dello sport, nelle sue mille possibilità, andrebbe fatto comprendere già a scuola, di pari passo con lo studio. È un tema rilevante per i giovani”. 

Da giovane si trovò a fare da apripista nella gara di slalom speciale a Torino 2006. Quali saranno le differenze tra Milano Cortina e quell’edizione delle Olimpiadi?
 

“Non facevo ancora parte della nazionale maggiore, ma ricordo il clima di Torino 2006 e fu un evento voluto e seguito. Oggi il mondo è cambiato e la risonanza può essere maggiore, perché tutto è più mediatico e fruibile. Il bello è che sarà un’Olimpiade itinerante, la più diffusa di sempre, con più luoghi a ospitare le gare. Può essere un risvolto positivo, perché non sarà limitata territorialmente come fu Torino e coinvolgerà più persone”. 

Per gli azzurri, una tappa di avvicinamento importante è rappresentata dai Mondiali di Saalbach, in Austria. L’Italia ha cominciato alla grande con l’oro nel parallelo a squadre…
 

“Sono contento per questo risultato. È un premio al lavoro, anche perché l’Italia in questa disciplina ha sempre raccolto molto poco. Partire con una bella vittoria, dà coraggio e fiducia alla spedizione”. 

Tra i protagonisti del successo c’è Alex Vinatzer, che spesso si esalta in gara secca. Cosa pensa del suo percorso?
 

 

“Siamo stati per anni compagni di squadra e conosco le sue potenzialità. Purtroppo, negli ultimi anni non è riuscito a esprimersi al meglio e ha fatto qualche errore, ma è molto giovane e può dire la sua. Gli manca solo continuità e nello slalom non è semplice. Anche per questo, sono contento del secondo posto a Kitzbühel pochi giorni fa. Può farci divertire”. 

In questa stagione, ci stanno riuscendo alla grande Sofia Goggia e Federica Brignone, che ha appena conquistato l’argento mondiale nel SuperG…
 

“Per loro, c’è poco da dire (ride, ndr). C’è questa sorta di dualismo che le porta sempre a spingersi oltre il limite. È un bene per tutto il movimento, per esperienza personale dico che rivalità del genere possono solo avere effetti positivi. Queste ragazze ci hanno abituato così bene che forse non ci rendiamo conto di cosa stanno dando al nostro sport. A certi livelli, non c’è niente di scontato”. (di Michele Antonelli)