(Adnkronos) – Ricercatori cinesi di Wuhan hanno identificato un nuovo coronavirus dei pipistrelli che usa lo stesso recettore umano di Sars-CoV-2. “Ciò non vuol dire che questo virus farà il salto di specie, iniziando catene di trasmissione interumane tali da causare un evento epidemico”, spiega l’epidemiologo Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Il lavoro dei cacciatori di microbi è comunque importante – precisa in un post su Facebook – per monitorare ciò che accade nel mondo animale e valutare poi il potenziale pandemico degli agenti microbici identificati”.
A guidare lo studio è stata la virologa Shi Zhengli, nota come “batwoman” per il suo lavoro sui coronavirus dei pipistrelli nel laboratorio di Wuhan.
Gli scienziati cinesi che hanno scoperto il nuovo coronavirus hanno sottolineato che è necessario un monitoraggio attento del virus, ma hanno comunque segnalato che la sua potenza è “significativamente inferiore” a quella del Covid-19 e “il rischio che l’Hku5-CoV-2 emerga nella popolazione umana non deve essere esagerato”.
“E’ un’interessante ricerca” quella del team di scienziati cinesi, dice all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco. I risultati evidenziano “l’opportunità e la necessità di approfondire lo studio di virus che determinano zoonosi, quindi malattie in diverse specie animali”.
“E’ chiaro che tutto questo ad oggi non deve preoccupare la comunità e i cittadini, ma deve mettere in luce per le istituzioni a livello internazionale la necessità di un coordinamento, un monitoraggio per vigilare sull’eventuale diffusione” di patogeni a rischio “sia nel mondo animale che in quello umano”, osserva il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano. E’ “importante da un punto di vista di sanità pubblica. Quindi facciamo tesoro di quella che è stata una sorveglianza internazionale epidemiologica e virologica che non deve fermarsi. Questi approfondimenti scientifici permettono di avere degli obiettivi possibili, dei candidati” su cui concentrare l’attenzione, “ma che ad oggi ovviamente non ci devono spaventare”, conclude Pregliasco.
Per l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, “i dati che arrivano dai colleghi cinesi vanno sempre presi un po’ con le molle. Shi Zhengli è una virologa stimata che studia i pipistrelli”, ma “i dati che arrivano da lì mi lasciano sempre un po’ perplesso. Vogliono dimostrare la teoria evoluzionistica e togliere di mezzo quella di una fuga del Sars-CoV-2 da un loro laboratorio? Io so soltanto che i coronavirus nei pipistrelli ci stanno, che poi ne trovi uno che ha un recettore uguale del Covid-19 che ha infettato l’uomo, che vuole dire? Magari c’era anche prima. Non mi pare una grande novità – sottolinea – Non mi piace che questa notizia esca proprio in occasione dell’anniversario del paziente di Codogno. Magari se condividessero i dati sarebbe meglio, dobbiamo parlare di salute globale quindi si deve sempre monitorare. Prendo atto di questo lavoro scientifico, ma aspettiamo altre prove”.
L’annuncio del team di scienziati in Cina “arriva, ironia della sorte, proprio dalla virologa del laboratorio di Wuhan Shi Zhengli, che ha lavorato sempre con i pipistrelli, nell’anniversario del quinto anno dal paziente di Codogno e quando viene licenziato un nuovo Piano pandemico che è più politico che medico-scientifico – sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – Speriamo non accada nulla. Ma i dati di questo studio cinese sono abbastanza impressionati perché questo lignaggio HKU5-CoV – scoperto dalla virologa cinese – ha lo stesso recettore del Sars-CoV-2 per gli esseri umani, dal pipistrello arriva all’uomo e può colpirlo con una patologia simile a quella che abbiamo visto nel 2020”.