(Adnkronos) – Spari e coltellate a Cernusco sul Naviglio nell’hinterland milanese oggi 4 settembre 2024. Un morto, si tratta del 36enne Antonio Bellocco, erede del casato mafioso di Rosarno. A restare ferito e a essere stato arrestato per l’omicidio è Andrea Beretta, capo ultras dell’Inter, che sarà operato alla gamba all’ospedale San Raffaele di Milano. Al termine dell’operazione il pm Paolo Storari andrà a interrogarlo in ospedale per poter chiarire la dinamica della sparatoria.
Vittima e presunto assassino sono legati dalla passione per l’Inter, ma anche dagli interessi che ruotano intorno alla curva Nord, proprio su vendita di biglietti e business dei parcheggi su cui la procura meneghina stava indagando da oltre un anno.
L’omicidio è avvenuto stamane intorno alle 10 in via Besozzi, vicino a una palestra nota come luogo di ritrovo degli ultras dell’Inter. Ricoverato al San Raffaele, Beretta sarà interrogato dal pm Paolo Storari, già titolare dell’inchiesta sulla morte di Vittorio Boiocchi (di cui Beretta era fedelissimo), ucciso il 29 ottobre 2022 sotto la propria abitazione alla periferia di Milano. Da una prima ricostruzione dei carabinieri, intervenuti sul posto, Bellocco avrebbe sparato a Beretta, il quale lo avrebbe poi ucciso a coltellate.
Potrebbe essere legato ad affari ‘interni’ alla curva Nord il movente dell’omicidio di Antonio Bellocco. La vittima sarebbe passata a prendere Beretta a bordo della sua auto. Tra i due sarebbe iniziata una discussione, a quel punto il 36enne avrebbe preso la pistola facendo fuoco e ferendo all’anca Beretta che, a sua volta, avrebbe ucciso con due coltellate alla gola il compagno di curva la cui ultima foto sui social è di ieri sera su un campo di calcetto con la maglia dell’Inter e la dicitura ‘Derby di Milano tra fratelli’.
E dalla Curva Nord – mentre alcuni ultrà vanno sul luogo del delitto – è stata comunicata, via social, la decisione di annullare una riunione già in programma e prevista questa sera. Bellocco, figlio di Giulio, morto al 41 bis a Opera qualche mese fa, sposato e con un figlio, era riuscito a mettere un piede nella gestione del secondo anello verde. Il suo arrivo, però, non sarebbe piaciuto allo stesso Beretta e i dissapori oggi sarebbero esplosi definitivamente.
“Beretta quando giocava l’Inter a Milano non poteva nemmeno avvicinarsi alla città” ha detto un residente di Cernusco sul Naviglio all’Adnkronos: “Da quando c’è questa scuola di boxe c’è sempre la strada piena. Vedo sempre il casino di macchine quando fanno degli eventi, diventa invivibile. Ho capito che avevano ucciso il figlio di una persona che conosco ma non sapevo fosse in questo ambito”.
Attenzione all’effetto domino e alle vendette a catena. Si rischiano scontri e agguati non solo dentro lo stadio, ma anche in strada, nei pub e negli autogrill. Alessandro Cariulo, psicologo esperto in gestione delle folle e dinamiche ultras, lancia l’allarme all’Adnkronos dopo l’arresto di Andrea Beretta.
Il sistema di sicurezza negli stadi ha spostato le tensioni fuori dagli impianti, spiega Cariulo, “gli ultras si uniscono e affrontano quelli che considerano ‘nemici comuni’, spesso le forze dell’ordine. Non sono rari neppure i conflitti interni alla stessa curva (come in questo caso), con gruppi che si scontrano per questioni irrisolte, a volte anche durante le partite”. Ad alimentare i rischi, continua l’esperto, “è la forte concezione dell’identità all’interno di quel mondo che tende unire le persone contro possibili attacchi esterni”.
Negli ultimi anni, aggiunge, il mondo ultras è cambiato profondamente. “Non si tratta più soltanto di semplici scontri tra tifoserie, ma di dinamiche ben più complesse, legate spesso alla criminalità organizzata (come parrebbe in questa vicenda), che vanno ben oltre il contesto sportivo”. Questo fenomeno, conclude, “non è solo italiano, ma si estende a livello europeo, dove si registrano scontri tra tifosi che poco hanno a che fare con il calcio”.