Manovra, via libera Camera con voto finale: dal cuneo fiscale al bonus bebè, le misure

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(Adnkronos) – La Camera ha approvato la manovra 2025 con il voto finale: i sì sono stati 204, i voti contrari 110. Dal taglio delle tasse in busta paga per oltre 14 milioni di lavoratori all’Ires premiale per le imprese, dal bonus bebé al bonus elettrodomestici: la manovra 2025 da circa 28 miliardi arriva oggi 20 dicembre al traguardo a Montecitorio: prima la fiducia, poi il voto finale per la fumata bianca con molte micro-norme e diversi dietrofront rispetto alle proposte del governo, dalla criptotassa ai revisori del Mef. 

Il provvedimento passerà al Senato per un rapido esame formale in commissione Bilancio e il via libera definitivo in Aula a Palazzo Madama possibilmente tra il 27 e il 28 dicembre. 

Durante la discussione in Aula la maggioranza si è divisa sull’odg alla manovra presentato dalla deputata Pd Simona Bonafè che mirava a “garantire la piena e rapida attuazione dei procedimenti sanzionatori” nei confronti dei ‘no vax’, “escludendo quindi ogni ulteriore proroga o modifica alla legge vigente finalizzata a evitare che le multe ai cittadini inadempienti vengano sospese o condonate”. A votare a favore dell’ordine del giorno (che non è stato approvato) diversi deputati di Forza Italia nonostante il parere negativo del governo. 

La manovra rende strutturali il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, in totale interessando 14,3 milioni di lavoratori, e il passaggio a tre aliquote dell’Irpef, accorpando i primi due scaglioni. Interventi questi che pesano per circa 18 miliardi, rappresentando 2/3 dell’intero provvedimento.  

Con l’Italia sotto procedura Ue per deficit eccessivo, la manovra è condizionata dagli impegni presi con Bruxelles con il piano strutturale di bilancio. Da qui la necessità di finanziare le spese senza ricorrere alla leva del disavanzo ma varando una spending review da circa 3 miliardi e chiedendo un contributo a banche e assicurazioni (oltre 3,4 miliardi) per le coperture della misura. 

Nel 2025 sono confermate e potenziate le misure sui congedi parentali. Introdotta anche una ‘Carta per i nuovi nati’ che riconosce 1.000 euro ai genitori con Isee entro i 40mila euro e rafforza il bonus asili nido. Tra le misure sociali, inoltre, si rifinanzia per il 2025 la carta ‘Dedicata a te’. Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico: più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali. 

In particolare nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle donne, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Si confermano, inoltre, la decontribuzione in favore delle imprese della Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori del digitale e del green. Confermati i fringe benefit per tutti gli aventi diritto, gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività. Con gli emendamenti approvati si introduce l’Ires premiale al 5% per le imprese che investono e assumono. 

Sono confermate le misure della legge di bilancio 2024 e sono potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che, pur in età pensionabile, mantengono l’impiego. Con le modifiche è stata introdotta la possibilità di un anticipo pensionistico a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e quella complementare. 

Salta nell’esame in Parlamento la stretta fiscale su Bitcoin e simili, introdotta dal governo: l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi delle criptovalute resta al 26% nel 2025 e sale al 33% nel 2026, contro il rialzo al 42% inizialmente indicato nello schema dell’esecutivo. Nulla di fatto anche sulla stretta alla web tax che torna a essere applicata solo alle grandi società, quelle che realizzano ricavi da servizi digitali non inferiori a 750 milioni l’anno, mentre nella versione iniziale del governo si prevedeva invece l’estensione della web tax alle pmi. E salta anche la proposta del governo per i revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici, si introduce solo una stretta sui controlli dei bilanci con l’invio al Mef di una relazione annuale sull’uso delle risorse effettuata dagli organi di controllo già costituiti. 

La riformulazione approvata alla cosiddetta norma anti-Renzi prevede che ministri, presidenti di Regione e Province e parlamentari italiani ed europei non possano accettare incarichi che comportino un compenso da Paesi extra-Ue. Per gli esponenti del governo si prevede però un’ulteriore specifica: sono infatti esclusi dalla possibilità, prevista invece per i parlamentari di poter ottenere un’autorizzazione che li esenti dal divieto (fino a un tetto massimo di 100mila euro l’anno di compenso). Una seconda norma stoppa il rialzo degli stipendi dei ministri non eletti per allinearli a quelli dei colleghi parlamentari e prevede solo rimborsi delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni. 

In arrivo sconti dal 20 al 50% (inversamente proporzionali a seconda della quantità di birra prodotta) sulle accise delle birre artigianali prodotte da piccoli birrifici con volumi di produzione fino a 60 mila ettolitri annui. Assegnati 100mila euro per un’associazione per la promozione del gelato artigianale. Dieci milioni di euro nel 2025 per il fondo dedicato a un servizio di sostegno psicologico nelle scuole, che viene istituto in via sperimentale.  

Meno tasse sulle mance per chi lavora nei ristoranti e nei bar, la detassazione sale dal 25 al 30% e aumenta la soglia di reddito, da 50mila a 75mila euro, sotto la quale si applica la misura. Arriva poi un fondo pari a 30 milioni di euro nel 2025 e altrettanti nel 2026 per sbloccare la retribuzione dei tirocini per gli specializzandi dell’area sanitaria (biologi, psicologi, chimici, fisici, odontoiatri, veterinari e farmacisti).  

Bonus per l’acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento del vecchio. Il contributo dovrà essere non superiore al 30% del costo dell’elettrodomestico e comunque di un massimo di 100 euro, elevato fino a 200 euro per le famiglie con Isee entro 25.000.