Ia, allarme della polizia: “Pericolo empatia artificiale fra umani e bot, i giovani più a rischio”

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(Adnkronos) – “Febbraio 2024, Florida, Stati Uniti. Un ragazzo appena quattordicenne, Sewell Setzer, si spara un colpo in testa con l’arma del patrigno. La madre, Megan, una donna attenta all’uso dei social network e di Internet da parte del figlio, scopre che lo scrupoloso monitoraggio delle attività online del ragazzo non sono servite a nulla. Da quel momento in poi, la storia di questa giovanissima vittima americana riguarderà tutti noi. Sewell era affetto da Adhd, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, e a scuola veniva bullizzato. Così, come molti ragazzi, ha cercato un mondo virtuale in cui sentirsi forte, adulto, vincente. L’ha trovato in Character Ai, un’applicazione di intelligenza artificiale empatica, il cui scopo è dialogare con l’utente come fosse un essere umano a tutti gli effetti: confidenze, supporto, affetto, persino amore, l’impressione di vivere una vera relazione intima con il bot, che lui stesso anima e costruisce secondo i suoi bisogni e preferenze”. Si apre così un articolo di Chiara Di Segni, consulente in strategia del cambiamento per le organizzazioni complesse, su Polizia Moderna, intitolato “Pericolo empatia artificiale”.