(Adnkronos) – Roma, 19/12/2024 – Il cinema e il teatro sono due tra le più importanti arti espressive umane. Ti sei mai chiesto quali siano le differenze che le caratterizzano e che riguardano nello specifico l’approccio alla recitazione? Scoprilo nelle prossime righe!
Quando si parla di differenza fra teatro e cinema, il primo aspetto da considerare riguarda la fruizione dei contenuti. Nel caso del teatro, lo spettatore può vedere direttamente quello che accade sul palcoscenico. Quando, invece, si ha a che fare con il cinema, c’è la mediazione dello schermo e una percezione totalmente diversa riguardante le luci e i suoni.
Anche lato attore la situazione cambia molto, in quanto a teatro c’è un contatto diretto con il pubblico che, in alcuni casi, viene anche coinvolto nella rappresentazione.
La presenza del pubblico fa una grande differenza anche dal punto di vista delle difficoltà. Sono diversi, soprattutto negli ultimi anni, i casi di attori che hanno avuto problemi nel portare avanti la performance a causa del suono dei cellulari degli spettatori.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le differenze fra recitazione teatrale e recitazione cinematografica.
Nel primo caso, universo che chiama in causa immagini come la coscienza collettiva e, facendo riferimento a quello straordinario patrimonio che è stata la storia greca, a concetti come la catarsi, elaborato per la prima volta da Aristotele, l’attore è tenuto a fare un lavoro più accentuato sulla voce, in modo da riuscire ad arrivare anche agli spettatori che si trovano nelle poltrone in fondo alla sala.
Essenziale a tal proposito è la respirazione diaframmatica, importante, non dimentichiamolo, anche per lavorare nel cinema.
Una grande sfida per l’attore che si specializza in recitazione teatrale è il focus sul linguaggio del corpo, che deve essere marcato e, nel contempo, apparire naturale.
Nel momento in cui si guarda alla recitazione cinematografica, il focus principale si sposta su aspetti come le microespressioni, che vengono catturate dalla telecamera del regista e che, per ovvi motivi, non avrebbero senso in un ambito come il palco teatrale.
Anche se in maniera diversa rispetto all’attore teatrale, quello che si focalizza sulla settima arte deve essere in grado di gestire la voce. Non è un caso che qualsiasi corso di recitazione cinematografica, come quelli proposti da Accademia09, comprenda anche parti dedicate al doppiaggio.
In questo modo, oltre ad aprirsi un’ulteriore strada professionale che ha reso gli italiani famosi in tutto il mondo e richiesti in ambito internazionale, si può lavorare in maniera dettagliata su quelle sfumature della voce che rendono unico e immediatamente riconoscibile il profilo di un attore.
Proseguendo con le differenze tra la recitazione teatrale e quella cinematografica, è bene ricordare che, nel secondo caso, può essere necessaria una maggior dose di concentrazione, in quanto sul set medio sono presenti molte più persone rispetto a quelle che, nella maggior parte dei casi, lavorano dietro le quinte di un palcoscenico teatrale.
Mantenere naturale il proprio approccio al personaggio può essere complesso tra registi, aiuto registi, costumisti e tecnici delle luci, soprattutto quando le scene sono all’insegna della dinamicità.
Altro aspetto da considerare riguarda la capacità, cruciale per l’attore cinematografico, di immedesimarsi nel proprio personaggio a prescindere dal momento della storia. Può capitare, infatti, che la lavorazione del film inizi dalle scene finali, motivo per cui è importante, prima del ciak iniziale, leggere bene la sceneggiatura e capire se la si sente risuonare con i propri valori e il proprio modo di vivere l’arte della recitazione.
Si tratta, come abbiamo visto, di due lavori diversi, che richiedono percorsi formativi differenti. Possono coesistere nella stessa persona? Assolutamente sì. L’importante, però, è che alla base ci sia una formazione solida.
Il pubblico, infatti, si rende perfettamente conto quando un attore non è in grado, per esempio, di calcare il palco di un teatro.