Corruzione, per Toti interrogatorio in caserma della Finanza: confronto con pm in corso

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(Adnkronos) – E’ iniziato a Genova, nella caserma della Guardia di finanza a Molo Giano, l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dal 7 maggio ai domiciliari con l’accusa di corruzione. Accompagnato dall’avvocato Stefano Savi, il governatore ligure – che continua a sostenere la sua innocenza – risponderà ai pm Luca Monteverde e Federico Manotti. Il luogo dell’interrogatorio è rimasto ‘top secret’ fino alla fine per cercare di evitare l’assalto dei tanti giornalisti che raccontano l’inchiesta che ha provocato un terremoto nella politica ligure.  

Toti
è pronto a difendersi davanti ai magistrati di Genova dopo il silenzio nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni. Corruzione elettorale, il falso e il voto di scambio, i capi di accusa che gli vengono contestati nell’indagine che ha segnato un terremoto nella politica ligure. Il confronto avrà ripercussioni non solo sul piano giudiziario, ma anche politico.  

Dopo l’interrogatorio il difensore presenterà istanza per revocare i domiciliari, primo passo per un confronto con la maggioranza che per Toti è la condizione necessaria per valutare le dimissioni che l’opposizione continua a chiedere a gran voce. 

Ai magistrati Toti dovrà chiarire i rapporti con l’imprenditore Aldo Spinelli, le presunte pressioni nelle concessioni sul futuro del porto di Genova, e i bonifici sospetti al Comitato che porta il suo nome, alcuni forse dirottati sul suo conto personale, ma usati – per la difesa – solo per spese politiche.  

Il governatore ligure dovrà rispondere anche di corruzione elettorale per l’accusa di voto di scambio alle Regionali del 2020 con la comunità dei Riesini: sono quattro le competizioni in 18 mesi (amministrative di Savona e Genova, le nazionali del settembre 2022 e le elezioni di Ventimiglia e Sarzana) in cui Toti “pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori” si legge nell’ordinanza. Per “ottenere l’elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata ‘svenduta’ la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”. Una rinuncia alla poltrona che dopo l’interrogatorio Toti potrebbe essere costretto formalmente a fare.