(Adnkronos) – Il voto sui consiglieri del Cda Rai di oggi, 26 settembre, divide le opposizioni. Il Pd di Elly Schlein sceglie l’Aventino, di non partecipare al voto. “Siamo coerenti con le cose che diciamo e non siamo disponibili a farci tirare per la giacca” ha detto la segretaria Dem alla riunione dei gruppi di partito di Camera e Senato su viale Mazzini, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti . “Penso che noi dobbiamo continuare a fare la battaglia che stiamo facendo in vigilanza e fuori”. “Non c’è ragione di rinnovare il Cda, visto che già controllano la Rai. Non è una smobilitazione, è una mobilitazione ancora più forte fatta da una posizione di coerenza inattaccabile. Sono altri che devono rispondere di aver cambiato posizione. La linea è chiara”. “Il Pd oggi terrà una linea coerente con quella tenuta nelle ultime settimane. Delle scelte degli altri, chiedete agli altri” aggiunge. Anche Italia Viva non sarà in aula. “Ci atteniamo al patto che abbiamo siglato”, si rimarca da Iv.
M5S e Alleanza Verdi e Sinistra, invece, voteranno i nuovi consiglieri. I parlamentari 5 Stelle hanno bocciato la “suggestione” dell’Aventino in quanto “appare contrario all’interesse pubblico lasciare il Cda nelle mani dei soli consiglieri designati dalle forze di maggioranza”. Quindi l’annuncio di Avs: “Oggi con l’incardinamento dei disegni di legge sulla riforma del servizio pubblico, abbiamo ottenuto il risultato, è quanto era stato chiesto da tutte le opposizioni. Saremo in aula”. I Cinque Stelle sarebbero per la conferma dell’uscente Alessandro Di Majo, mentre Avs potrebbe indicare Roberto Natale.
Forza Italia invita i suoi a non far mancare la presenza in Aula oggi per la prima votazione per l’elezione dei 4 componenti del nuovo Consiglio di amministrazione Rai di nomina parlamentare. Il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, a quanto si apprende, ha inviato via WhatsApp ai deputati una sorta di memo-appello al voto, ricordando che il segretario nazionale, Antonio Tajani, ”in prima persona con gli altri leader” del centrodestra ”è impegnato a dare alla Rai una nuova governance”. “E’ fondamentale”, si raccomanda Barelli, ”per tutti noi partecipare al voto”.
Il partito fondato da Silvio Berlusconi non ha cambiato la sua posizione: Simona Agnes è le persona giusta per la presidenza dell’azienda di viale Mazzini. ”Il centrodestra è compatto, abbiamo i nostri candidati, mi auguro che si possa arrivare a una governance pluralista, che rappresenti tutti il Parlamento”, dice il portavoce nazionale forzista, il deputato Raffaele Nevi, che aggiunge: ”Noi proponiamo Agnes alla presidenza non perchè è una di Fi – non è mai stata iscritta al partito- ma perchè è la persona giusta, al posto giusto, nel momento giusto”.
Una posizione che suscita stupore nella maggioranza: “Rispetto tutte le posizioni – osserva il forzista Raffaele Nevi – ma l’Aventino è sbagliato perché noi abbiamo dato ampia disponibilità sulla riforma della Rai. Non capisco. Nel frattempo che si fa la riforma, dobbiamo far funzionare la Rai”. Quella ‘TeleMeloni’, è il ragionamento tra i dem, a cui la segretaria Schlein non vuol dare legittimazione alcuna.
Il centrodestra ancora non ha ufficializzato i suoi candidati, le trattative per la griglia dei nomi continueranno fino all’ultimo momento utile. Come da tradizione.
”La coalizione è compatta”, assicura il deputato e portavoce nazionale di Fi, Raffaele Nevi senza fare i nomi, che verranno formalizzati solo poco prima del voto. Forza Italia tira dritta per la sua strada ribadendo alla presidenza dell’azienda di viale Mazzini Simona Agnes (”è la persona giusta, al posto giusto, nel momento giusto”) ma in casa azzurra sanno benissimo che tutto può cambiare, perché la roulette della presidenza è imprevedibile, visto che quel ruolo per essere effettivo ha bisogno di due terzi dei voti della Vigilanza.
Per Fratelli d’Italia, che deve esprimere una delle tre quote rosa del board, restano in corsa Valeria Falcone e Federica Frangi. Mentre la Lega dovrebbe puntare sull’ex direttore di Rai2 Antonio Marano. Resta, raccontano, il timore degli azzurri che, senza i due terzi in Vigilanza, Fi dovrà rinunciare alla presidenza di Agnes, lasciando così l’incarico pro tempore al consigliere più anziano, ovvero Marano.