Art Crimes: Angelo Accardi all’Ambrosiana di Milano esplora il furto intellettuale attraverso il Pop Surrealismo

0
39

(Adnkronos) – Da Raffaello a Cattelan, dalla tradizione al linguaggio contemporaneo: il maestro del citazionismo riscrive la “Scuola di Atene”. 

Milano, 17 marzo 2025.Con “Art Crimes”, Angelo Accardi, con la curatela di Nino Florenzano, approda alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano con un’installazione site-specific che reinterpreta uno dei capolavori dell’arte occidentale: il Cartone preparatorio della “Scuola di Atene” di Raffaello. Dal 3 al 28 aprile, la Sala del Foro Romano ospiterà tele, video, sculture e opere di design che si intrecciano con i capolavori custoditi in uno dei luoghi simbolo della cultura italiana. 

Un dialogo tra passato e presente, tra l’arte rinascimentale e il Pop Surrealismo, tra citazione e appropriazione. 

Dopo Londra, dove con “Timeless Inspiration” ha esplorato la potenza evocativa del Rinascimento italiano, Accardi torna a confrontarsi con il Cinquecento, questa volta affiancando alla tradizione artistica un linguaggio ironico e dissacrante. Duchamp, Bacon, Velázquez, Dalí, Warhol, Picasso e Cattelan si inseriscono nella celebre composizione raffaellesca, dando vita a una “Scuola di Atene” reinventata, un pantheon contemporaneo in cui il furto artistico diventa atto creativo. 

“Il bravo artista copia, il grande artista ruba”, diceva Picasso. Una provocazione che Accardi accoglie e amplifica, trasformando il concetto di citazione in un’indagine visiva sull’appropriazione nell’arte. Quali sono i confini tra ispirazione, omaggio e sottrazione? È il tema su cui si interroga anche il curatore della mostra, Nino Florenzano, in un percorso espositivo che annulla le gerarchie tra cultura alta e cultura pop, rivelando l’arte come un continuo gioco di riferimenti e trasformazioni. 

Angelo Accardi, in Art Crimes esplori il concetto di “furto intellettuale” nell’arte. In che modo la mostra ridefinisce il confine tra ispirazione, omaggio e appropriazione nel processo creativo contemporaneo?
 

Il concetto di furto intellettuale nella mia versione citazionista è riconducibile allo stesso concetto di ready made teorizzato dal movimento DaDa. Nel passato, soprattutto durante il Rinascimento, molti artisti hanno iniziato la loro carriera copiando di sana piante le opere più famose degli artisti coevi o del passato, con l’intendo di trarne insegnamenti e allo stesso tempo di migliorarle. Lo stesso Raffaello per accreditarsi presso le corti italiane più influenti, replicò “Lo Sposalizio della vergine” del Perugino, ristabilendo un armonia nelle proporzioni tra le figure i primo piano, alzando il punto di vista che allontanava prospetticamente prospetticamente il tempio sullo sfondo.  

Negli anni ho elaborato un mio alfabeto creativo che mette in relazione l’arte classica con l’arte pop e le avanguardie storiche, in un dialogo impossibile che fa da sfondo a una passerella di personaggi contemporanei e del passato, che in una sorta di contrappasso in chiave Pop, espiano le loro colpe. 

Nel percorso espositivo, il visitatore si confronta con un pantheon contemporaneo in cui figure come Duchamp, Bacon e Cattelan si affiancano agli artisti della “Scuola di Atene” di Raffaello. Nella sua arte, come dialogano questi linguaggi così distanti e quali connessioni emergono tra passato e presente?
 

La scelta dei personaggi che animano la scena è legata ai loro crimini d’arte più o meno dichiarati e smascherati nel tempo. Tutta la storia del ‘900 ha un debito di riconoscenza verso il movimento dadaista, i cui effetti ancora oggi sono plasticamente riconoscibili in alcune espressioni che hanno fatto la fortuna di tanti artisti contemporanei. Se vedi uno squalo in formaldeide in un museo è perché c’è stato un signore durante il primo ‘900 che ha teorizzato il concetto di risemantizzazione: qualsiasi soggetto proveniente dal mondo animale o dal mondo delle cose, una volta decontestualizzato, assume una nuovo significato a seconda del contesto in cui viene a trovarsi. Se si tratta di una galleria d’arte o un museo, è molto probabile che quell’oggetto o quell’animale diventino un’opera d’arte.  

L’intelligenza artificiale compare nel percorso espositivo come interlocutore di Socrate, suggerendo una riflessione sul sapere e sulla creazione artistica. Quale ruolo ha oggi l’IA nel processo creativo e come sta ridefinendo il rapporto tra arte e innovazione?
 

Come per l’avvento della fotografia che accelerò la rivoluzione creativa delle avanguardie storiche, così le nuove tecnologie stanno condizionando il mondo delle immagini, delle parole, e la percezione stessa della realtà introducendo il concetto di post verità. Il deep fake sta creando non pochi problemi al giornalismo e al mondo dei social con filmati di un tale realismo che persino gli esperti faticano a smascherare. Nel mio studio ci si avvale spesso dell’AI per progettare versioni originali di elementi che però fanno già parte della mia poetica espressiva. Il limite è sempre quello che si attribuisce a un mezzo tecnologico che occorre dominare per non esserne dominati un domani. Come per la crypto art, l’AI art si è già imposta sul mercato con passaggi a sei zeri in alcune aste. Come tutte le innovazioni, esiste il pericolo di una bolla speculativa che potrà sgonfiarsi per poi stabilizzarsi, quando acquistare arte completamente generata dall’AI sembrerà normale. 

Art Crimes sarà all’Ambrosiana dal 3 al 28 aprile, presso la Sala del Foro Romano della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Indirizzo: Piazza San Sepolcro, Milano. Ingresso gratuito. 

 

Artista internazionale, Angelo Accardi è uno dei massimi esponenti del Pop Surrealism. Negli anni ’90 avvia la sua ricerca sulla nuova figurazione, sperimentando tecniche e materiali. Nei primi anni 2000 dà vita alla serie Misplaced, in cui introduce la figura dello struzzo come metafora della paura indefinita della società liquida, concetto teorizzato da Zygmunt Bauman. Nel 2006 espone a Shanghai con il gruppo d’avanguardia TantArte e nel 2011 viene selezionato da Marco Vallora per la 54ª Biennale di Venezia. Dal 2017 collabora con Eden Gallery, esponendo a New York, Miami, Mykonos e Tel Aviv. Nel 2022 realizza il progetto di arte pubblica Poetry, con installazioni simultanee a Milano, Palermo e Venezia, chiudendo idealmente la trilogia avviata da Robert Indiana con LOVE e HOPE. Nel 2024 partecipa alla 60ª Biennale d’Arte di Venezia. Nello stesso anno, l’opera Violet viene scelta per la copertina dell’Atlante dell’Arte Contemporanea (Giunti), edizione curata dal Corporate Patron del Metropolitan Museum of Art di New York.