Ucraina, Putin e i negoziati: la strategia della Russia

0
78

(Adnkronos) – Vladimir Putin pronto a negoziare con l’Ucraina, ma non con Volodymyr Zelensky. E ad una condizione: la base delle trattative è l’attuale situazione sul terreno, con la Russia ‘padrona’ dei territori occupati. Dalla Bielorussia, dove è impegnato nell’ennesimo vertice con il partner Aleksandr Lukashenko, Putin invia apparentemente segnali distensivi. Nelle parole del presidente russo, però, c’è anche – e soprattutto – altro. 

 

La disponibilità al dialogo, ribadita anche dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, è vincolata ad un presupposto che Kiev ha già giudicato inaccettabile: l’Ucraina fino ad oggi non ha mai preso in considerazione la cessione di territori. 

A questa condizione, Putin aggiunge un altro elemento escludendo dall’eventuale quadro diplomatico l’attuale presidente ucraino. La “legittimità” di Zelensky, dice il leader del Cremlino, è “venuta meno” dopo la scadenza del suo mandato il 20 maggio. L’Ucraina avrebbe dovuto tenere elezioni a marzo, ma le consultazioni sono state annullate per la guerra. “Naturalmente siamo consapevoli che la legittimità dell’attuale capo di Stato sia venuta meno”, dice Putin. 

Putin vuole la rimozione di Volodymir Zelensky, scrive l’analista russa Tatiana Stanovaya, fondatrice di R.Politik, confermando che in Bielorussia, dopo il presidente russo, è arrivato anche l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich. 

“Anche se (la sua possibile ricomparsa a Kiev, ndr) appare come una caricatura, è sempre più difficile sorprendersi dopo la nomina di Andrei Belousov come ministro della Difesa”, spiega Stanovaya, sottolineando che per la seconda volta in una settimana Putin ha detto, con un messaggio rivolto all’Occidente, che Zelensky, il cui mandato è scaduto da quattro giorni, è “illegittimo”. 

 

Il presidente ucraino è un ostacolo ai negoziati, secondo il Cremlino, dove “stanno studiando meticolosamente la legge costituzionale ucraina e anche suggerendo modalità per rimuovere il Presidente, citando la Corte costituzionale e le diverse opzioni fornite dalla Costituzione”. 

Yanukovich, visto in Bielorussia l’ultima volta nel marzo del 2022, prima del secondo round dei negoziati russo ucraini avviati allora, è arrivato a Gomel su un Falcon 900, ha scritto il sito “Belarusski Gayun”. In Bielorussia con Putin anche i ministri degli Esteri, Serei Lavrov, e della Difesa, Andrei Belousov. 

 

Perché, quindi, l’apparente apertura con frenata annessa? Fonti russe affermano che Putin sarebbe teoricamente pronto a discutere la fine alla guerra “solo” perché “sta disperatamente cercando di deragliare il vertice di pace in Svizzera il 15-16 giugno”, dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmitry Kuleba. Putin, secondo il capo della diplomazia ucraina, “non ha desiderio di porre fine alla sua aggressione contro l’Ucraina”. Al summit in Svizzera non è prevista la presenza della Russia. Putin, quindi, “teme il successo dell’iniziativa” a cui non parteciperà. Al momento, la Svizzera ha ricevuto più di 70 risposte positive, la maggior parte delle quali al più alto livello politico.  

“L’entourage di Putin invia questi falsi segnali di presunta disponibilità per un cessate il fuoco malgrado il fatto che le forze russe stiano continuando ad attaccare brutalmente l’Ucraina mentre i loro missili e droni piovono sulle città e sugli insediamenti ucraini”, aggiunge Kuleba, in un tweet su X. “Solo la voce unita e basata su principi della comunità internazionale può costringerlo a scegliere la pace sulla guerra. Questo è l’obiettivo del vertice di pace. Questo è il motivo per cui lo teme tanto”, dice ancora. 

A stretto giro, arriva il nuovo messaggio da Mosca, firmato stavolta da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri. “Il vertice di pace a cui fa riferimento Kuleba è solo l’ennesima truffa inventata dal Dipartimento di stato americano. Lo capiscono tutti. Come si può sostenere un’iniziativa di pace e contemporaneamente fornire armi destinate alla zona del conflitto?”, si chiede. “La vera formula di pace prevede di fermare la fornitura di armi a Kiev”.